Un’attualità bruciante nell’oratoria di Campanile: quanto è necessario un manuale di conversazione?
Una formula la quale vi permetterà di parlare in ogni momento su qualsiasi tema […]. Questa formula si riassume in tre parole sole: parlare del futuro. Beninteso, essa vi consentirà di parlare anche del passato, non foss’altro che per contrapporlo[3].
E allora, quando si è chiamati in causa, per sottolineare un evento importante o fare un augurio accorato, non resta che legare due concetti opposti, come il bianco e nero, con un bel “non”. Ecco così il nuovo Sindaco, il quale dopo aver vinto le elezioni, si rivolge ai cittadini sbandierando il suo essere primo cittadino per tutti (sarebbe originale trovarne uno che senza luoghi comuni dicesse “Sarò il Sindaco di chi mi ha votato e basta!”) e dichiara come il responso delle urne sia un punto di partenza e non di arrivo per rilanciare l’azione amministrativa. Luigi Vinelli, se fosse stato un ipotetico cittadino del Comune che ha rinnovato l’amministrazione, non potrebbe che lodare la prontezza e la qualità del discorso del Sindaco. Timidezza e mancanza di argomenti, i problemi più insormontabili per chi davanti alla platea ha bisogno di conforto, si possono arginare con l’ottimismo a prescindere, anche se infondato. Così la prima vittoria dopo novanta minuti di sofferenza di una squadra di calcio ultima in classifica è un punto di partenza e non di arrivo, anche se i calciatori non vedevano l’ora che l’arbitro emettesse il triplice fischio (e che arrivasse, quindi, la fine, dopo un match vinto fortunosamente). Uno spettacolo teatrale che fa sold out è il punto di partenza e non di arrivo, anche se probabilmente meglio di così non si potrà fare in termini di incassi e di presenze. Persino una sconfitta, sportiva, elettorale, umana, è un punto di partenza e non di arrivo. Andatelo a raccontare ad un adolescente che si è visto rispondere picche ad una dichiarazione d’amore. “L’ottimismo è il profumo della vita” – diceva il poeta Tonino Guerra in un noto spot pubblicitario – ed è il punto di partenza per l’avvenire. Solo una cosa resta in sospeso, nel discorso lineare e impeccabile del professor Codaro: con i treni come la mettiamo? Quando il regionale, dopo dieci fermate, arriva al capolinea, si può dire lo stesso che è un punto di partenza nonostante gli altoparlanti diano il treno inevitabilmente “in arrivo”. La risposta è affermativa, non perché il treno ripartirà e ripercorrerà la stessa ferrovia in direzione opposta: dietro l’ironia di Campanile si nasconde la saggezza di un’epoca, e la straordinarietà del suo umorismo è data dal fatto che bisogna scardinare ciò che giace sotto al testo per capirlo appieno. I proverbi sulle porte e i portoni che si aprono e si chiudono, sintomo popolaresco di un sentore comune, sono semplicemente il lato meno dottrinale della medaglia esistenzialista secondo cui la vita è un fluire continuo, un susseguirsi di attimi, un passaggio istantaneo da un respiro all’altro. Ogni gesto è dunque preludio al successivo, partenza e arrivo sono categorie interscambiabili e paradossalmente sinonimiche. Non è un concetto ovvio né scontato, nonostante la sua diffusione globale propria e sentita da ogni essere umano. Campanile dà il via (la partenza!) alla riflessione sociologica, seria, con il solito garbato umorismo, abbracciando la saggezza e approcciandovisi in modo dolce. Dovrebbe essere, questo insegnamento non cattedratico impartito in poche pagine scritte con naturalezza e narratività, il punto di partenza per l’espressione di contenuti che tronfi personaggi storpiano con l’oratoria vacua, che ambigui scalatori sociali cercano di camuffare con paroloni o aforismi impropri, ma che in realtà, in fondo in fondo, è solo un monologo interiore incessante, come quello di Joyce, che può fare a meno persino della punteggiatura.
Il fatto da cui si parte si deve considerare non un punto d’arrivo, ma un punto di partenza. Parentesi: una sola variante può essere concessa a questa messa a punto, diciamo così, topografica: messi in non cale l’arrivo e la partenza, considerarsi “a una svolta decisiva”.[4]
RASSEGNA NAZIONALE “CAMPANILIANA 2017”: DOVE E QUANDO
La città di Velletri che ha ospitato Achille Campanile negli ultimi anni della sua vita, a quarant’anni dalla morte del grande scrittore propone una serie di appuntamenti in una rassegna nazionale denominata “Campaniliana”. Queste, in breve, le date principali: il 21 ottobre inaugurazione della mostra e convegno “Umorista sarà lei!” (Relatori: Giorgio Montefoschi, Vito Molinari, Arnaldo Colasanti, Gaetano Campanile; luogo: Casa delle Culture e della Musica). Dal 21 al 29 ottobre Mostra fotografica-documentaria con immagini, gigantografie, manoscritti, bozzetti, disegni e oggetti di uso quotidiano dell’autore (Luogo: Casa delle Culture e della Musica di Velletri, aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 18.30. A cura di Silvio Moretti, Angelo Cannatà, Gaetano Campanile). Il 24 e il 26 ottobre sono previsti Reading Campaniliani anche per le Scuole. Domenica 29 ottobre 2017 alle ore 18.00 presso il Teatro Artemisio Gianmaria Volontè premiazione del vincitore del I Premio Nazionale Teatrale “Achille Campanile” (scrittura di un copione di genere umoristico) decretato dalla giuria composta da Arnaldo Colasanti (Presidente), Simona Marchini, Gaetano Campanile. A seguire rappresentazione teatrale di una commedia tratta dal repertorio Campaniliano. Evento realizzato in co-produzione tra la Fondazione Arte & Cultura Città di Velletri, l’Associazione Memoria ‘900. In collaborazione con il Fondo Campanile e con il patrocinio del Comune di Velletri.
[1] A. CAMPANILE, Manuale di Conversazione, Rizzoli, Bologna, 1973, pp. 101-103. Il testo è La «o» larga.
[2] CAMPANILE, Manuale di Conversazione, cit., pp. 93-99: il professor Codaro e Luigi Vinelli sono rispettivamente docente e discente della lezione sull’orazione.
[3] CAMPANILE, Manuale di conversazione, cit., p. 95.
[4] Ivi, p. 95.