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ultimo aggiornamento 02/07/2017

Quanto vale un trallallà

Il mio ricordo di Achille Campanile

di Angelo Cannatà


 

Campanile nella sua villa di Lariano negli anni '70
Avete presente coloro che credono di essere a conoscenza di una grande verità, non importa quale sia, e non sono felici fino a che tutti intorno a loro non ne vengono contaminati?  A me questo capita per Achille Campanile.
Non voglio dire che sono uno che "si accolla", per usare un linguaggio caro ai giovani, però devo riconoscere che ci vado molto vicino.
- Come sarà? - mi chiedo. 
- Forse perché ho conosciuto personalmente questo scrittore quando ero ragazzo e l'ho mitizzato, un po' come tutte le cose di quel tempo fortunato che mi ha visto giovane? La Vespa 50, la prima ragazza che ho baciato, il mio primo viaggio col sacco a pelo...
Poi mi metto a sfogliare uno qualunque dei suoi romanzi, che mi vergogno a dire quante volte ho letto, e scopro che tutto questo non c'entra.

La storia della vita di Achille Campanile e tutto ciò che in questa vita ha scritto, è la risposta. 
La sua è una storia segnata, esattamente come quella di Leonardo e di Michelangelo che nella vita non avrebbero potuto fare altro che essere Leonardo e Michelangelo.
Le sue parole inventano e dipingono, con la capacità di anticipare anche di molto il tempo che verrà, che è propria dei geni.

Vuoi farti carezzare l'anima da una dolce malinconia? Vai in libreria e chiedi Cantilena all'angolo della strada. Vuoi correre a perdifiato lungo dune armoniose che ora sono ironiche, di un'ironia delicata e gentile, e poi diventano poesia, descrizione lirica di situazioni comuni che forse perché tali passano inosservate su più? 
Non hai che da scegliere: Agosto moglie mia non ti conosco, L'Eroe: o si direbbe che a uno squillo di tromba..., Se la luna mi porta fortuna...

I suoi romanzi, oltre venti, mica uno, sono perle. Non ce n'è uno che valga meno di un altro. Sono stati scritti a partire dagli anni '20 del secolo scorso ma potrebbero essere stati scritti anche oggi, o domani. O anche tra cento anni. Non cambierebbe di un solo punto il loro valore. Le sue parole scritte non hanno tempo, e anche quando parlano di torpedoni o locomotive a vapore, in un immaginario punto invisibile al centro degli occhi e poco sopra, diventano attuali. 

Campanile fa sorridere e piangere, di un sorriso e di un pianto che nascono in un posto dentro di te, che nemmeno tu sai esattamente dove si trovi. 
E poi diventa filastrocca senza senso, frase che non significa nulla, così distante dall'animo adulto che se un po' di bambino non è rimasto in te, quasi te ne vergogni.
Così accade per il Poeta Maledetto nell'Inventore del cavallo, poeta triste perché non sapeva fare le rime ed era oltretutto privo di qualunque concetto poetico.
"L'amore... l'amore... l'amore... Tarazun, tarazun, tiritò, piripoccolo trallallà"- recita durante la conferenza di presentazione del cavallo che è stato appena inventato.
Ecco: Campanile può regalarci come un  vero grande poeta la descrizione lirica della levata del sole in Se la luna mi porta fortuna, e subito dopo con la stessa seria delicatezza, porgerci un trallallà.

Basta, non insisto per non rischiare di diventare pesante. Ma prima di chiudere questo mio pensiero su Campanile, ci tengo a dire che mi ritengo un uomo fortunato ad aver fatto la sua conoscenza. Di aver visto da vicino il suo sguardo buono e la sua barba e poi di aver letto tutti i suoi libri, anche quelli che non ha mai scritto e sono rimasti appunti lasciati dalla sua mano in ogni posto ove fosse possibile farlo. In questi mesi con Silvio Moretti, amico col quale da sempre mi occupo dell'opera di Campanile, stiamo raccogliendo in un volume gli inediti e i dispersi. Una grande sorpresa per chi ama questo autore che ancora oggi, a distanza di quarant'anni dalla sua morte, continua a stupirci. Il volume sarà disponibile in libreria ad ottobre, in occasione della fase conclusiva del Premio Nazionale Teatrale Achille Campanile. Vi aspettiamo.