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ultimo aggiornamento 12/10/2020

Achille Campanile senza tempo e unica cura per il teatro contemporaneo: inaugurata la quarta “Campaniliana” a Velletri




Ha preso il via la quarta edizione della rassegna nazionale di teatro e letteratura “Campaniliana”. La manifestazione dedicata al Maestro Achille Campanile, organizzata dalla Fondazione di Partecipazione Arte & Cultura Città di Velletri in collaborazione con il Comune di Velletri e l’Associazione Memoria ‘900 e con il patrocinio di MIBAC e Cendic. Dopo il saluto istituzionale del Sindaco, Orlando Pocci, il convegno ha preso via con l’introduzione di Rocco Della Corte, a cui è andato il compito di coordinare gli interventi. Il primo a prendere la parola è stato il regista e sceneggiatore Rosario Galli, socio del Centro Nazionale per la Drammaturgia. Il suo è stato un excursus sul teatro, dalle origini al giorno d’oggi, per ricordarne le funzioni civili e sociali. Riguardo allo stato di salute della drammaturgia contemporanea, Galli ha sottolineato come occorra riportare classici come Campanile al centro della produzione dei teatri stabili anche per valorizzare il messaggio contenuto in un’opera così poliedrica.

L’attore Pino Quartullo, invece, ha calibrato il proprio intervento partendo dall’esperienza professionale (che lo vide peraltro legato a Velletri in virtù dei mostri sacri che hanno abitato in città, Gassman, Tognazzi, De Filippo su tutti). Con “Anche gli asparagi hanno un’anima” Quartullo ha messo in scena decine di allievi del suo laboratorio grazie alla capacità di Campanile, ispiratore del copione, di dare la giusta dignità ad ogni attore senza fossilizzarsi su una divisione tra protagonisti e comprimari. Inoltre è emersa la profondità di alcuni testi che pur scherzando su tematiche serissime come la morte (un esempio è “Visita di condoglianze”) riescono ad esplorare, rimanendo senza attuali, i costumi di un’epoca intera.

E la grandezza campaniliana, ha detto in chiusura Quartullo, sta proprio nell’universalità di testi che potrebbero essere stati scritti negli anni Venti, Quaranta o Sessanta senza problematiche di collocazione temporale. L’intervento dello scrittore Pino Imperatore, invece, ha spostato l’attenzione sull’aspetto letterario. Si è sempre detto quanto Campanile sia un genio del linguaggio, e la traduzione di alcune sue opere in napoletano è stato lo spunto per esaltare ancor di più la propria comicità con l’estro tipico degli accenti partenopei. L’autore di “Con tanto affetto ti ammazzerò” ha quindi proiettato una serie di copertine e di passi narrativi sapientemente trasposti nel dialetto di Napoli.

In ultimo, Liliana Paganini, attrice e regista, ha ricordato il suo primo incontro con il teatro di Campanile che l’ha poi avvicinata alla scrittura del Maestro portandola ad identificarsi, nelle situazioni della vita, con moltissime delle scene descritte nella narrativa campaniliana. Il convegno si è concluso con un giro di dichiarazioni sul primo approccio, giovanile, con Campanile, sempre spiazzante nel suo rivolgersi al lettore in modo acuto e originale. Prossimo appuntamento per la rassegna nazionale nel week end: sabato 17 ottobre alle ore 17.30 la giornata di studi con Nicoletta Rinaldi e Rocco Della Corte (coordina Vera Dani), domenica 18 al Teatro Artemisio-Volontè andrà in scena “L’acquario” (opera segnalata del premio 2019, ingresso 5 euro).